Marmora phlegraea

Da DecArch - Decorazione architettonica romana.
Jump to navigation Jump to search
C. VALERI, Marmora phlegraea: sculture dal rione Terra di Pozzuoli, Roma 2005 (parti relative agli elementi architettonici).

Il volume tratta del cosiddetto tempio di Augusto e dei materiali scultorei e architettonici rinvenuti nell'interro seicentesco degli ambienti ipogei romani sopra i quali si era impostato il nuovo palazzo vescovile.

Fianco del tempio del rione Terra a Pozzuoli: fregio, architrave, capitelli e fusti di semicolonna
Base attica di semicolonna in situ sul tempio del rione Terra di Pozzuoli

Della decorazione architettonica del tempio si citano in particolare i capitelli di colonna e di lesena[1], dipendenti dalla tradizione medio-augusteadel tempio di Marte Ultore nel Foro di Augusto e le basi attiche[2], che presentano uno spazio incavato tra toro superiore e scozia, come nel tempio dei Dioscuri a Napoli.

Tra i materiali rinvenuti nell'interro seicentesco, e non pertinenti al tempio, sono brevemente analizzati alcuni elementi.

Un fregio con girali d'acanto su lastra[3] deriva sempre dal modello del Foro di Augusto (fregio del portico), ed è confrontabile con quello del cosiddetto tempio maggiore di Terracina. Il fregio è attribuito a maestranze regionali campane della prima metà del I secolo, che fecero da tramite per i modelli urbani fino alla standardizzazione regionale del motivo che si ritrova nell'esemplare dell'edificio di Eumachia a Pompei. Nelle stesse pagine è anche presente un breve citazione della tradizione decorativa di origine ellenistica dell'uso dell'acanto (intesa in senso puramente ornamentale dagli artisti neoattici e in modo più realistico dagli artisti pergameni), che sarà sviluppata in epoca augustea in collegamento con la propaganda del saeculum aureum.

Un altro insieme è costituito da fusti di lesena con candelabri vegetali e i loro capitelli corinzieggianti nello schema a lira[4] I fusti di lesena sembrano avere come modello quelli presenti nell'Ara Pacis e sono confrontabili con esemplari da Cherchell, da Ostia[5], da Terracina[6] e con un frammento conservato nel Museo del Prado[7]. I capitelli sono confrontabili con quelli del portico della villa di Poppea a Oplontis.

Cornice con mensole dal rione Terra di Pozzuoli

Una serie di capitelli di lesena e collocati agli angoli interni[8] sono caratterizzati dall'intreccio delle elici, trasformate in steli nascenti dietro la spirale delle volute, e dal cavetto dell'abaco decorato con un kyma lesbio continuo rovesciato. Riprendono il modello del tempio di Marte Ultore, per la resa plastica dell'acanto e per il valore architettonico delle volute e dei caulicoli. Sono attribuiti a maestranze di origine urbana della tarda età augustea o della prima età tiberina e sono confrontabili con il capitello del tempio di Roma e Augusto a Ostia. Il motivo delle elidi intrecciate, più frequente nei capitelli corinzieggianti, compare nei capitelli corinzi del tempio dei Dioscuri a Napoli, in esemplari di Cherchell e in un capitello dell'Antiquarium palatino

Una cornice con mensole (51-52, fig.30) presenta sima con baccellature, separata dalla corona ridotta per mezzo di un kyma lesbio trilobato, il soffitto sorretto da mensole ad S con faccia inferiore decorata da scanalature, alternate a cassettoni non riquadrati decorati da rosette; nella sottocornice si susseguono un kyma lesbio trilobato, un astragalo a fusaiole e perline, dentelli privi di sbarretta, kyma ionico a lancette e un secondo astragalo. La cornice è molto vicina con quella del tempio di Roma e Augusto a Ostia[9].

Si tratta di prodotti di officine locali, al servizio dell'evergetismo delle elites locali, inizialmente dipendenti dalle officine urbane e che in seguito elaborarono le proprie tradizioni decorative. I materiali sono attribuiti ad un articolato complesso monumentale sorto nella zona intorno al tempio.

Note

  1. Alle pagine 38-39, figg.15-16.
  2. Alla pagina 39, fig.17.
  3. Alla pagina 47, fig.22.
  4. Alle pagine 49-50, figg.20-21 e 27; gli elementi sono conservati a Baia presso il castello aragonese.
  5. Alla figura 25, attribuiti alla decorazione del tempio di Roma e Augusto ad Ostia.
  6. Un frammento di fusto di lesena decorato murato in un edificio di corso Garibaldi e forse attribuibile alla medesima bottega.
  7. Alla fig. 26.
  8. Alle pagine 50-51, figg.28-29. Sono associati a fusti rudentati e anch'essi sono conservati presso il castello aragonese di Baia.
  9. Va sottolineato che nella cornice del tempio di Roma e Augusto a Ostia antica, se le mensole sono molto simili, tuttavia i cassettoni sono riquadrati da listello.