Recensioni / La decorazione architettonica romana in Parma

Da DecArch - Decorazione architettonica romana.
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Recensioni a:
M. P. ROSSIGNANI, La decorazione architettonica romana in Parma, Roma 1975

  • H. PLOMMER, in Journal of Roman Studies, 67, 1977, 224-225.

Gli architetti al servizio dell'imperatore venivano mandati anche fuori Roma o comunque producevano disegni da copiare nei cantieri. In questo modo si trasmetteva lo stile decorativo del centro e si formavano le maestranze locali. La lavorazione in cava procede con sistemi abituali, ormai consolidati, e tende a produrre elementi prefabbricati in serie.

Sono importanti anche le rotte commerciali. Parma è alla fine di una strada che parte da Luni, ma già dall'età traianea abbonda il marmo proconnesio, a causa del fatto che il trasporto via mare era più facile che per via di terra.

  • F. REBECCHI, in Archeologia Classica, 28, 1976, 388-393.

Lo studio raggiunge il risultato di riconoscere edifici altrimenti ignoti e di identificare l'evoluzione stilistica, che appare essere autonoma, non dipendente dall'importazione dei modelli augustei di Roma.

Vengono utilizzati anche i dati d'archivio e si tenta di unificare la nomenclatura dei kymatia, sulla base dello Strong.

Il volume si occupa inoltre dell'organizzazione del lavoro e dell'importazione dei materiali nei centri cisalpini, e ancora della committenza in epoca imperiale.

Sono infine presenti note sulle particolarità tecniche della lavorazione.

  • S. DE MARIA, in Rivista storica dell'antichità, 9, 1979, 173-179.

Nella recensione si affronta il tema del significato degli studi sulla decorazione architettonica. Questi non devono pensarsi concepiti solo per definire un "gusto decorativo", avulso dal contesto storico, ma hanno invece vaste implicazioni. Se ne sottolinea in primo luogo l'importanza per la ricostruzione della storia edilizia, soprattutto per i centri dove l'evidenza monumentale è stata cancellata dalla continuità di vita.

La circolazione del materiale lapideo è inoltre un fondamentale aspetto, in quanto concretamente verificabile, del traffico commerciale del mondo romano. Esiste una circolazione delle forme decorative e della sintassi degli elementi (mediante prodotti finiti o semilavorati, oppure mediante "Skizzenbüchen"), il cui studio permette la ricostruzione di una vasta rete di rapporti, non solo formali, e di programmi edilizi, nei quali si sostanzia la cultura architettonica.

  • V. GALLIAZZO, in Rivista di Archeologia, 3, 1979, 148-154.

Si notano imprecisioni terminologiche rispetto allo Strong e al Pensabene.

Il termine "decorazione architettonica" si rivela essere ambiguo, identificato a volte con "ordini architettonici" oppure con ogni singola modanatura. Si dovrebbe invece escludere da questa definizione ogni parte non modanata e contemporaneamente non fare distinzioni tra modanature lisce e decorate, che hanno la medesima funzione architettonica.

Secondo il recensore, inoltre, sono troppo sottolineati nella trattazione gli aspetti sociologici, economici e tecnici, rispetto al progetto architettonico, di cui questi aspetti sono spiegazione.